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Mobilità strategica sulle vie d’acqua dolce: droni e Lago di Como

Giugno 25, 2022

* L’immagine di copertina di questo report è stata presa dal sito Villadeste.com, consultabile al seguente link: https://www.villadeste.com/en/tourist-information/lake-como/

Solo una minima percentuale (circa 3%) dell’acqua presente sulla Terra è dolce. Ancora meno (1%) è la reale disponibilità idrica per gli esseri umani. Laghi, stagni, fiumi, torrenti e ruscelli, caratterizzati da una salinità relativamente bassa, sono le principali fonti da cui l’uomo attinge per dotarsi delle necessarie risorse idriche indispensabili alla vita e alle attività produttive che oggigiorno sono parte integrante della nostra quotidianità. La fonte unica di tutte le acque dolci è costituita dalle precipitazioni atmosferiche, nelle varie forme di pioggia, neve, grandine, nebbia. Queste possono concorrere a formare i sistemi di acque interne direttamente, oppure permanere in forma solida, qualora le condizioni climatiche lo permettano, formando nevi e ghiacciai che si sciolgono per effetto delle variazioni di temperatura stagionali. I ghiacciai, complice la presenza di corsi d’acqua che si dirigono da monte a valle, riforniscono con regolarità i fiumi e i laghi delle cui acque, a loro volta, gli esseri umani si servono.

Le cosiddette acque interne, oltre ad essere determinanti nell’approvvigionamento idrico, hanno storicamente svolto un ruolo fondamentale anche da un altro punto di vista: i collegamenti. Per molto tempo, ed in misura minore ancora oggi, laghi e fiumi sono state delle vere e proprie vie d’acqua su cui merci di ogni sorta transitavano su grandi chiatte in maniera relativamente indisturbata verso porti sicuri. A differenza del traffico marittimo, spesso caratterizzato da problemi di varia natura[1], il trasporto su acqua dolce garantiva celerità e sicurezza. In ragione di ciò, i grandi fiumi trans-frontalieri sono per lungo tempo risultati determinanti nella diffusione di commerci, idee e traffici di vario genere. Si pensi, giusto per citare un caso europeo molto rilevante in tale ottica, al fiume Danubio, il cui corso attraversa i confini di ben dieci Stati europei prima di sfociare nel Mar Nero.

Anche i laghi hanno ricoperto una funzione di collegamento simile a ciò che si è verificato per i grandi fiumi trans-frontalieri. Nel corso del tempo, in molte zone del mondo si sono sviluppate delle reti di comunicazione lacustre che hanno di gran lunga facilitato il trasporto di merci e persone attraverso queste vie d’acqua. Ancora oggi, in molti laghi africani esistono dei professionisti il cui scopo è quello di traghettare lavoratori, viandanti o semplici turisti da una sponda all’altra. È il caso dei cosiddetti piroghieri, antica professione ritenuta a dir poco indispensabile da molti analisti per favorire contatti e commerci.

Fig. 2: Piroghiere in azione nel Lago Ciad[2]
https://left.it/2018/12/16/ciad-in-fuga-da-boko-haram/

Oggigiorno, chiatte e piroghe hanno da tempo lasciato il posto a moderni mezzi di trasporto a motore che hanno senza dubbio incrementato ulteriormente la circolazione di prodotti e persone. Traghetti, navi e piccoli natanti solcano quotidianamente laghi e fiumi, apportando molti benefici da un punto di vista socioeconomico. Tuttavia, visti i recenti progressi in ambito scientifico-tecnologico per ciò che concerne la mobilità aerea, sarebbe opportuno prendere contezza del fatto che siamo agli albori di una vera e propria rivoluzione. I droni, una realtà già da qualche anno in diversi settori economico-produttivi, potrebbero presto sovvertire il modello di circolazione sulle acque interne che attualmente si basa in via quasi esclusiva ancora sulla navigazione. In questo technical report si metteranno a fuoco i principali vantaggi e alcune criticità relative ad una mobilità strategica basata sull’utilizzo dei droni. Come caso empirico si farà riferimento al Lago di Como, rilevante bacino idrico del nord Italia, che potrebbe ricevere numerosi benefici sotto vari aspetti da una maggiore diffusione di droni.

Profili economico-produttivi del Lago di Como

Il Lago di Como, uno dei più importanti d’Italia e rinomato a livello internazionale come destinazione per un turismo lacustre di alto spessore, offre degli interessanti spunti di riflessione per comprendere quanto la mobilità aerea basata sui droni abbia un grande potenziale. Da un punto di vista economico, questo lago ha un profilo di assoluto rilievo che potrebbe senz’altro essere incrementato con un maggiore impiego di droni a livello logistico. Le provincie di Como e Lecco, i principali centri urbani che si affacciano sulle sponde del lago, sono tra le più antiche aree di industrializzazione d’Italia e hanno una storia molto importante soprattutto nel settore industriale caratterizzato dalla presenza di numerose fabbriche impegnate nella lavorazione tessile e metallurgica[3].

Fig. 3: mappa geografica del Lago di Como
          https://coatesa.com/2019/05/15/mappa-geografica-del-lago-di-como/
            Fig. 4: Stemma Provincia di Como
https://www.provincia.como.it/
                      Fig. 5: Stemma Provincia di Lecco                      
  https://www.provincia.lecco.it

Analizzando la consistenza delle imprese attive nel comasco, si rileva la prevalenza del comparto del terziario, con oltre 26.500 unità attive e un’incidenza in crescita pari al 60% del totale. Seguono per importanza le costruzioni (oltre 8.600 unità, con un peso sotto il 20%) e il manifatturiero (oltre 6.600 imprese, con un’incidenza pari al 15% del totale). Per quanto riguarda i principali mercati di destinazione dei prodotti comaschi, al primo posto si posiziona la Germania, che assorbe il 13.5% dell’export di Como e al secondo posto la Francia. Anche i Paesi al di fuori dell’Unione Europea hanno aumentato la loro rilevanza, passando da un’incidenza del 46.9% (anno 2013) al 54.6% (anno 2018). Il settore tessile si conferma al primo posto nelle esportazioni. Cravatte, sete pregiate, calze e tessuti generici rappresentano il fiore all’occhiello della vibrante produzione industriale comasca. Oltre a ciò, si segnala la presenza di altri ambiti di crescita e nuove opportunità: la nautica, le industrie culturali e creative e il florovivaismo[4].

Anche per quanto riguarda Lecco, si registra una vivace attività economico-produttiva. Ad oggi risultano sul territorio circa 1.300 industrie con oltre 9.000 addetti pari a quasi il 40% della forza lavoro occupata. Vi risultano occupati complessivamente più di 24.000 individui, pari al 51.57% del numero complessivo di abitanti del comune. Per quanto riguarda lo scambio economico e commerciale, l’Unione Europea resta il principale mercato di sbocco del Made in Lecco. Nel corso degli anni, Lecco e la sua provincia hanno incrementato sia le esportazioni sia le importazioni, a testimonianza di una vivace attività commerciale non solo a livello nazionale ma anche europeo. Complici i due anni di pandemia, il saldo della bilancia commerciale lecchese registra un lieve calo attestandosi a fine 2021 a -2,1%. La Germania risulta il primo Paese sia per l’import che per l’export, seguono la Francia (2º mercato di sbocco e 3º per approvvigionamento) e la Spagna (5º mercato di sbocco e 2º di approvvigionamento). La somma degli attivi commerciali con Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Spagna rappresenta oltre la metà dell’intero avanzo commerciale lecchese. Il materiale prevalentemente esportato proviene in gran parte dal settore metalmeccanico (metalli: 39.4%; macchinari: 14.3% del totale) seguito da quello chimico (9.7% del totale), quello del legname e della carta (7.2%) e, infine quello alimentare (6.5% del totale)[5].

Questa breve disamina della produzione industriale e dei principali mercati di sbocco delle due provincie certifica una vibrante attività produttiva per i territori di Como e Lecco. Tale vivacità si registra anche in prossimità del lago, da secoli punto di incontro oltremodo strategico di mercanti e viaggiatori. Sono molte, infatti, le imprese comasche e lecchesi attive nelle aree limitrofe o subito a ridosso del lago. Oltre alla produzione industriale, si segnala la presenza di varie aziende specializzate nella realizzazione di prodotti agricoli. A questo proposito, sulle coste del lago fra le province di Como e Lecco si coltiva massicciamente l’ulivo, con una presenza documentata di oltre 55.000 alberi che producono l’olio DOP lariano, un’eccellenza enogastronomica lombarda famosa in tutta Europa. L’effetto climatico mitigante del Lago di Como rende possibile la coltivazione degli ulivi soprattutto nelle aree situate al centro del bacino lacustre, in particolar modo nei comuni di Tremezzina, Bellagio, Oliveto Lario, Perledo e Varenna dove sono attive 15 aziende (5 nella provincia di Como e 10 in quella di Lecco) che impiegano più di 1.000 olivicoltori. In totale, si producono tra i 2.000 e i 3.500 quintali di olive all’anno, con una resa di circa 200-300 quintali di olio[6]. Anche da un punto di vista vitivinicolo, le sponde del lago certificano una certa dinamicità. Alla periferia del capoluogo comasco, precisamente nel Parco Spina Verde, sono presenti oltre 40 imprese agricole che in totale producono circa 3.500 quintali di uva all’anno della massima qualità[7].

L’impatto dei droni sulla mobilità nel Lago di Como: scenari e previsioni

Come analizzato poco sopra, il Lago di Como, oltre ad essere un luogo di grande fascino sotto il profilo turistico e paesaggistico, rappresenta un microcosmo di intensa attività imprenditoriale. L’adozione di una mobilità di tipo aereo per gli spostamenti sul lago, attraverso l’ausilio di droni, apporterebbe grossi vantaggi. Innanzitutto, velocizzerebbe la consegna delle merci, ancora oggi incentrata sul traffico stradale lungo la costa, con grande inquinamento e disagi anche a causa della limitata larghezza delle carreggiate; in secondo luogo, aumenterebbe la flessibilità di rifornimento di industrie ed aziende ricettive; in terzo luogo, rivoluzionerebbe la logistica del lago. In sostanza i droni potrebbero incrementare di gran lunga la produttività di un’area già di per sé vibrante, anche se ancora condizionata da scambi realizzati prevalentemente tramite navigazione. Oltre a quanto detto, i droni potrebbero incentivare i collegamenti anche da un punto di vista sanitario e turistico, arrivando dunque ad avere un impatto non solo in ottica economica ma anche da un punto di vista sociale.

SettoreImpattoRischiTempisticheSpesa
EconomicoRivoluzionarioScarsi2/3 anniModerata
SanitarioMolto forteMedio-scarsi3/5 anniModerata
SocialeRivoluzionarioModerati7/10 anniElevata

Tab. 1: Previsioni economiche, sanitarie e sociali a seguito della diffusione dei droni nel Lago di Como

Impatti economici

Sotto il profilo economico, i vantaggi che i droni garantirebbero alle imprese sono molto evidenti. Come detto, gli spostamenti civili tra le sponde del lago sono oggi garantiti attraverso navi e traghetti. Si tratta di mezzi senza dubbio sicuri anche se non rapidissimi. Inoltre, da un punto di vista ambientale, la tradizionale navigazione lacustre comporta l’impiego di carburanti fossili che finiscono inevitabilmente nelle acque del lago. In virtù della profondità media, ben 170 metri con picchi che arrivano oltre i 400, il Lago di Como non è soggetto ad alti tassi di inquinamento da combustibili fossili. Il carburante delle navi viene facilmente diluito e non causa particolari disagi. Nondimeno, una mobilità aerea fondata sull’impiego di droni ridurrebbe l’inquinamento causato dai tubi di scarico delle navi che quotidianamente transitano su questo importante bacino lacustre. Senza dubbio, la diminuzione della quantità di benzina nelle acque del lago, rinomato soprattutto per il suo fascino paesaggistico, costituirebbe un significativo miglioramento in ottica ecologica. Il lago, infatti, non è esente da preoccupanti casi di inquinamento di varia natura. Secondo uno studio realizzato da Legambiente nel 2021[8], molti comuni costieri presentavano seri casi di contaminazione: micro-plastiche, rifiuti generici, in alcuni casi persino elettrodomestici e pneumatici erano presenti nelle acque e visibili anche ad occhio nudo. Come si evince nella Tab. 2, la situazione per quanto riguarda i livelli di inquinamento in diverse aree del Lago di Como non è delle migliori.

ComuneProvinciaPunto20212020201920182017
ComoCOFoce CosiaFortemente inquinatoFortemente inquinatoAl limiteFortemente inquinatoAl limite
ArgegnoCOFoce TeloInquinatoAl limiteAl limiteEntro limitiAl limite
CernobbioCOFoce BreggiaAl limiteAl limiteAl limiteFortemente inquinatoFortemente inquinato
DongoCOFoce AlbanoAl limiteAl limiteAl limiteInquinatoFortemente inquinato
ColicoLCFoce IngannaAl limiteInquinato  Al limite
BellanoLCFoce Valle dei MuliniInquinato   Al limite
PerledoLCFoce EsinoAl limiteAl limiteInquinatoEntro limitiFortemente inquinato
Mandello del LarioLCFoce MeriaAl limiteFortemente inquinato  Al limite
LeccoLCFoce CaldoneFortemente inquinatoFortemente inquinatoAl limiteFortemente inquinatoFortemente inquinato
VercuragoLCFoce GallavesaAl limiteInquinatoAl limiteFortemente inquinatoFortemente inquinato

Tab. 2: Inquinamento di alcuni comuni costieri del Lago di Como tra il 2017 e il 2021
https://www.radiolombardia.it/2021/07/09/lago-di-como-quattro-i-punti-piu-inquinati/

Come accennato in precedenza, il trasporto civile è effettuato tramite traghetti e navi. Le merci, invece, vengono ancora spostate essenzialmente su gomma. Ciò comporta disagi non trascurabili, dovuti all’aumento del traffico e all’inquinamento atmosferico. Tale situazione complessa non viene favorita da un’adeguata rete stradale che favorisca lo spostamento di grossi volumi di merci, visto che le strade in prossimità del Lago di Como sono spesso vecchie, dotate di una sola carreggiata e, in alcuni casi, in condizioni non perfette o comunque inadatte ad elevati traffici. Inoltre, la naturale composizione del territorio che circonda il lago, caratterizzato da alte montagne, non facilita per nulla questo tipo di spostamenti. Le sue lunghe coste (ben 170 km in totale), costituiscono, tra l’altro, un ulteriore limite all’incremento del volume delle merci da una sponda all’altra.

Alla luce di quanto analizzato fino a questo momento, lo spostamento di merci tramite l’ausilio di droni comporterebbe dei sostanziali vantaggi. In primis, celerità di consegna, visto che nel giro di pochi minuti un drone sarebbe in grado di effettuare consegne all’interno del bacino lacustre. Ciò incentiverebbe le aziende ad effettuare più ordinazioni a fronte di tempi di arrivo delle merci decisamente rapidi. Anche le strutture ricettive, molto presenti a varie latitudini del lago, beneficerebbero di una logistica superiore a quella attuale, contenendo dunque costi e tempi di attesa. In aggiunta, anche a livello ambientale i benefici sarebbero alti. I droni sono interamente a trazione elettrica, per cui non vi sarebbe uno sversamento di combustibili o materiali di scarto nelle acque del lago. Come detto, dunque, questo tipo di mobilità, oltre ad essere rapida è estremamente eco-friendly.

Come analizzato nella Tab. 1, l’impatto dei droni sul fronte economico sarebbe davvero rivoluzionario. L’intera catena logistica di approvvigionamento merci verrebbe modificata all’insegna di velocità ed ecosostenibilità. Per quanto riguarda le tempistiche, si stima che una mobilità di trasporto merci basata sulla diffusione di droni potrebbe essere pronta relativamente presto, nel giro di 2/3 anni. Questo perché, al momento, sono già presenti in commercio degli apparecchi che permettono di trasportare un peso certamente non eccessivo ma comunque abbastanza rilevante. Per citare due casi, si fa riferimento ai grossi droni “Sumeri” e “Flying Basket FB3”, presentati recentemente da Leonardo e capaci di trasportare rispettivamente carichi del peso di 25 e 100 kg a decine di chilometri di distanza. Il carico non elevato che queste macchine al momento sono in grado di trasportare potrebbe essere compensato da un elevato numero di voli da una sponda all’altra. Quindi, invece di effettuare una sola grossa consegna di qualche tonnellata di merci, a fronte di alti costi di spedizione e tempistiche non ottimali, si provvederebbe ad effettuare numerose consegne di ridotte dimensioni ma estremamente rapide ed efficienti.

Fig. 7: Drone “Flying Basket FB3”in fase di atterraggio
https://www.micromobilityworld.com/category/cargo-drone/

Per ciò che concerne sia i rischi che le spese della mobilità aerea basata sui droni, si stima che in entrambi i casi vi sia un impatto moderato. Nel caso di avaria di un drone che comportasse il suo affondamento, si avrebbe la perdita di un carico non eccessivo e quindi facilmente ammortizzabile dall’azienda. Una mobilità per così dire “snella”, incentrata sulla consegna multipla di carichi più leggeri, contribuirebbe a rendere più lievi le perdite dovute ad eventuali incidenti. Se a venire compromesso, ad esempio, fosse un carico rilevante di diverse tonnellate, le aziende, soprattutto quelle meno strutturate, incorrerebbero in gravi danni economici. Al contrario, la perdita di un carico di qualche decina di kg, anche se indubbiamente gravoso e spiacevole, non costituirebbe un danno insormontabile. Anche per quanto riguarda la spesa necessaria a dotarsi dei necessari apparecchi di volo, le stime non sono elevate. Infatti, come testimoniato dai casi relativi al “Sumeri” e al “Flying Basket FB3” lanciati da Leonardo, sul mercato sono già presenti droni ad uso commerciale diffusi ed utilizzati da vari imprenditori. Sempre più aziende si affidano alla mobilità smart rappresentata dai droni, così come sono sempre più numerose le aziende specializzate nella produzione stessa di droni. In questa sede si segnalano due imprese, una italiana ed una straniera, che già da qualche tempo hanno deciso di sviluppare e commercializzare questi apparecchi per uso commerciale: la prima è la FlyingBasket[9], azienda altoatesina attiva dal 2015 responsabile della fabbricazione di uno dei due droni lanciati da Leonardo; la seconda è la statunitense Elroy Air[10], specializzata nella costruzione di grossi droni a guida autonoma in grado trasportare un peso rilevante, stimato in 150-200 kg. L’aumento del peso trasportabile sarà la prossima sfida in vista dello spostamento non solo di merci ma anche di persone tramite l’utilizzo di droni elettrici.

Molti passi sotto questo profilo possono essere realizzati attraverso la tecnologia ad idrogeno. Oggi, infatti, si comincia a ipotizzare la costruzione di droni con alimentazione ad idrogeno. Quest’ultimo è un importantissimo gas che, combinato con due molecole d’ossigeno, forma l’elemento più importante per la vita umana: l’acqua allo stato liquido. Il nome stesso di questo gas è un chiaro riferimento alla sua funzione generatrice d’acqua in concomitanza con l’ossigeno. Idrogeno deriva appunto dal greco ὕδωρ, hýdor, «acqua», più la radice γεν-, ghen-, «generare», quindi «generatore d’acqua». Fino a poco tempo fa l’idrogeno non aveva attratto attenzione da un punto di vista energetico. Ciò è in massima parte dovuto al fatto che questo importante gas è l’elemento più presente nell’intero universo, visto che è il principale costituente delle stelle, dove è presente nello stato di plasma e rappresenta il combustibile delle reazioni termonucleari. Sulla Terra, al contrario, è scarsamente presente allo stato libero e molecolare e deve quindi essere generato per i suoi vari usi, tra cui quello appunto di produzione energetica. Allo stato gassoso, l’idrogeno è un buon combustibile: quando viene bruciato produce una quantità di calore, espressa in Joule al chilogrammo, che è 2.6 volte superiore rispetto a quella prodotta bruciando altri gas, tra cui il metano. La grande energia prodotta dallo sfruttamento dell’idrogeno sarà in grado, nel giro di breve tempo, di costruire droni che permetteranno il trasporto di grossi pesi, dai 500 ai 1.000 kg, per una distanza considerevole ed un tempo di volo di alcune ore. Alla luce di ciò, si potrebbe ipotizzare la costruzione di tre Hydrogen Refilling Stations (HRS) a Lecco, Como e Sondrio, per garantire una ampia copertura territoriale, e collegamenti con gli aeroporti di Malpensa, Linate, Bergamo.

Impatti sanitari

In ambito sanitario, si stima che l’utilizzo di droni possa avere un impatto altrettanto forte, sia nel far fronte alle emergenze sia in fase di controllo del territorio. Lo spostamento rapido di apparecchiature sanitarie da una sponda all’altra del lago consentirebbe di prestare soccorso in maniera più che tempestiva nel caso di un incidente o di un’emergenza. Non si dovrebbero più circumnavigare intere sezioni del lago via terra oppure utilizzare le tradizionali navi. Inoltre, a differenza degli elicotteri, che sono tra l’altro spesso impiegati non solo nel bacino del Lago di Como ma, più in generale, in ogni situazione di forte emergenza sanitaria in cui il tempismo nella fase di primo soccorso è determinante, i droni avrebbero dei vantaggi non trascurabili. Un drone non ha bisogno di un eliporto, per la cui costruzione sono necessari tempi lunghi e autorizzazioni amministrative. È sufficiente attrezzare una piccola aerea da destinare al decollo e all’atterraggio dell’apparecchio, ben illuminata e segnalata, e congiungerla con adeguate infrastrutture di collegamento con le autorità sanitarie. Inoltre, mentre gli eliporti sono pochi, le aree potenzialmente destinabili al decollo di droni sanitari potrebbero essere numerose, da dislocare in maniera strategica lungo tutto il perimetro costiero che, come detto, è abbastanza ampio.

Oltre a situazioni di emergenza, l’utilizzo di droni nella sanità può avere dei risvolti positivi anche nel monitoraggio del territorio. I droni, infatti, trovano sempre più spazi e ambiti di impiego, dal trasporto dei medicinali al controllo dei pazienti a domicilio. La telemedicina, ovvero l’insieme di tecniche mediche ed informatiche che permettono la cura di un paziente a distanza, potrebbe subire un incremento rilevante in seguito all’introduzione di questo tipo di mobilità. Droni di piccole dimensioni possono infatti essere utilizzati all’interno di abitazioni per agevolare il contatto audio-visivo tra medico e paziente. In questo modo si può utilizzare la connessione internet presente sul drone stesso, oltre alla videocamera montata sull’apparecchio. Questo nuovo approccio potrebbe essere quindi fondamentale, ad esempio, per raggiungere pazienti che si trovano in zone rurali, montane, temporaneamente irraggiungibili, o che abitano in luoghi dove c’è una copertura di rete bassa e quindi non si possono utilizzare collegamenti tradizionali come pc e tablet. Inoltre, i droni possono essere utilizzati anche per trasportare medicinali e/o ausili medico-sanitari. In questo modo, non solo si riducono i tempi del trasporto via lago, via terra o via treno, ma si riesce anche a bypassare il problema di raggiungere luoghi impervi, o temporaneamente irraggiungibili a causa di fenomeni straordinari come frane, terremoti, inondazioni e quant’altro[11].

Anche sotto il profilo dei costi, come analizzato nel caso relativo agli impatti economici, si stima che la spesa sia modesta. Le apparecchiature sanitarie e i medicinali da trasportare non sono molto pesanti e, quindi, già con i droni in commercio attualmente sarebbe possibile effettuare una buona distribuzione. Si stimano costi ridotti anche per quanto riguarda le aree da destinare al decollo e all’atterraggio dei droni, visto che, a parte la fornitura di un’illuminazione ben visibile e la costruzione di torrette di ricarica elettrica, non si segnalano particolari esborsi. In merito alle tempistiche, si prevede che l’uso dei droni in ambito sanitario possa avvenire nel giro di poco tempo, tra 3 e 5 anni.

Impatti sociali

Da un punto di vista sociale, la mobilità aerea fondata sui droni sarebbe a dir poco rivoluzionaria. Gli spostamenti in volo sono oggi garantiti attraverso aerei, aeromobili ed elicotteri. A fronte di innumerevoli benefici, su tutti l’abbattimento dei tempi di viaggio, tali mezzi hanno anche alcuni svantaggi. Aerei ed elicotteri sono dei macchinari mediamente molto grossi, estremamente rumorosi, il cui consumo di combustibili fossili è molto elevato. I droni, al contrario, sono di piccole dimensioni, silenziosi in quanto elettrici e, come analizzato in precedenza, non emettono emissioni di alcun tipo. Secondo vari studi scientifici e strategici, la diffusione di questi apparecchi per spostamenti civili è solo questione di tempo, visto che sono già molti gli ambiti in cui i droni sono ampiamente utilizzati. Nondimeno, sono ancora presenti alcuni impedimenti che potrebbero far slittare di qualche anno l’inizio di una mobilità aerea di tipo civile basata sui droni.  In virtù di ciò, si stima che l’avvio di quella che, a tutti gli effetti, sarebbe una nuova era per gli spostamenti, potrebbe avvenire non prima di 7/10 anni; a differenza del citato trasporto sanitario, che prevede pesi più leggeri e tempistiche minori.

La principale incognita è costituita dalle batterie. La propulsione elettrica al momento necessita ancora di alcuni passi evolutivi per poter rispondere alle esigenze dell’aviazione commerciale. In particolare, il punto critico è costituito dallo stoccaggio dell’energia delle batterie che, con le attuali tecnologie, è in grado di fornire troppa poca densità di energia per chilogrammo. In pratica, per l’energia che forniscono, le batterie pesano troppo e questo, in volo, è un handicap ancora più importante rispetto a quanto accade, per esempio, su un autoveicolo. In secondo luogo, direttamente connesso al problema delle batterie, vi è quello del peso trasportabile, che è ancora troppo ridotto. Come analizzato in precedenza, attualmente il peso massimo trasportabile è di circa 150-200 kg per un tragitto di qualche decina di km[12]. Non è molto, soprattutto se dovesse essere presente a bordo un pilota. In tal modo, tenendo conto del peso medio di 80 kg a persona, con le tecnologie attuali si provvederebbe a trasportare solo un passeggero. In virtù di ciò, le stime di spesa sono alquanto elevate, visto che si dovrà investire molto denaro in ricerca per realizzare droni sempre più efficienti e affidabili.

A nostro avviso, il problema principale resta quello dovuto alla difficoltà di trasportare un perso rilevante e, quindi, alla poca capienza che gli attuali droni sono in grado di garantire. Infatti, per ciò che concerne il bacino del Lago di Como, la questione relativa alla ricarica delle batterie sarebbe facilmente risolvibile. Tra un tragitto e l’altro, il drone potrebbe essere ricaricato nel giro di poche decine di minuti attraverso apposite colonne di ricarica posizionate nell’area destinata al decollo e all’atterraggio. Come accennato in merito agli impatti sanitari, si potrebbero costruire varie postazioni lungo tutto il perimetro del lago e nei centri di maggiore affluenza turistica al fine di trasportare persone da un punto all’altro tramite l’ausilio di droni. Su queste postazioni potrebbero essere collocate delle torrette che, munite di piccoli impianti eolici e solari, potrebbero convertire l’energia del vento e del sole in elettricità da destinare alla ricarica del drone una volta effettuato l’atterraggio. Questo approccio, oltre ad essere estremamente eco-friendly, avrebbe dei costi molto bassi in linea con la mobilità elettrica ad emissioni zero dei droni. In aggiunta, come evidenziato in precedenza in merito ai profili economici, anche da un punto di vista sociale si ritiene che la tecnologia fondata su droni ad idrogeno sia destinata a rivoluzionare il trasporto civile. Tali droni, infatti, sono in grado di garantire un maggiore peso trasportabile e tempi percorrenza decisamente più lunghi.

Conclusioni

I droni rappresentano il futuro del trasporto civile. Sia in ambito economico sia in merito al trasporto di persone, si stima che l’avvento dei droni avrà un impatto decisamente rivoluzionario nel giro di poco tempo. Già oggi questo tipo di mobilità aerea rappresenta un mercato in forte crescita in vari settori. Aziende del calibro di Amazon usufruiscono diffusamente di questi apparecchi già da diverso tempo. Negli ultimi anni, la grande multinazionale specializzata nel commercio online ne ha fatto un uso così intenso che le autorità di Washington hanno dovuto costituire una legislazione ad hoc allo scopo di monitorare i cieli ed evitare che si ponessero le basi per incidenti seri. Anche in ambito militare, come testimoniato purtroppo in queste settimane di guerra in Ucraina, l’impatto dei droni è stato decisivo nella difesa della capitale. Il Bayraktar TB2, drone sviluppato dall’azienda militare turca Baykar Technologies e consegnato alle forze armate di Kiev per far fronte all’invasione russa iniziata il 24 febbraio 2022, ha contribuito notevolmente alla resistenza ucraina e ad infliggere numerose perdite alle truppe moscovite.

Come analizzato in questo report, gli ambiti in cui i droni sono destinati ad avere applicazione nel giro di breve tempo sono vari, soprattutto a livello economico, sanitario e sociale. Il Lago di Como rappresenta un caso molto interessante per comprendere gli effettivi impatti positivi di questa mobilità aerea. La vibrante attività economico-produttiva nel bacino lacustre, la grande attrazione turistica della regione e la presenza di numerosi centri urbani di medio-grandi dimensioni localizzati sulle sponde del lago costituiscono un insieme di fattori da tenere presente in ottica di una futura introduzione di droni ad uso commerciale. In aggiunta, i droni potrebbero garantire un controllo del territorio anche sotto il profilo ambientale, monitorando i casi più complessi in merito ad incendi, frane, smottamenti o calamità di vario tipo. La flessibilità insita in questo tipo di apparecchiature renderebbe i droni estremamente adatti a funzioni di supporto per gli operatori a terra. Alla luce di quanto fin qui esposto, occorre programmare in dettaglio sotto il profilo politico e amministrativo i passi necessari per dotare il Lago di Como delle necessarie infrastrutture idonee a rendere il bacino “drone-friendly”. Un primo passo in questa direzione sarebbe quello di iniziare ad individuare le aree dove saranno costruite le postazioni di atterraggio e decollo dei droni destinati al trasporto di merci, apparecchiature sanitarie e persone. Successivamente, si dovrebbero dotare tali postazioni di adeguata illuminazione. Infine, si dovrebbe provvedere a costruire una rete di torrette elettriche idonee a ricaricare i droni.


[1] Le principali criticità legate al traffico marittimo erano dovute alla presenza di pirati in grado di razziare il convoglio o a tempeste in grado di affondare la nave e causare la perdita del carico. Nel trasporto fluviale o lacustre, storicamente, pirati e disastri ambientali hanno causato molti meno danni rispetto agli spostamenti su acqua salata. Da un punto di vista comparativo, lo spostamento di merci su acqua dolce è quindi molto più sicuro del trasporto marittimo.

[2] AB AQUA – Centro Studi Idrostrategici ha studiato il Lago Ciad sotto vari aspetti. Per ulteriori dettagli si rimanda al seguente link: https://abaqua.it/le-numerose-crisi-connesse-al-disastro-ambientale-del-lago-ciad%EF%BF%BC-2/.

[3] Anche da un punto di vista storico, le provincie di Como e Lecco ricoprivano un ruolo di primo piano in ottica produttiva. Sin dai tempi antichi, Como era famosa per la lavorazione dei panni di lana che, nel Trecento, venivano spediti non solo a Venezia e Genova, ma anche nei mercati d’oltralpe. Anche Lecco vantava una produzione serica di ottimo livello, grazie alla presenza di ottimi filatoi e filande e a diversi apparati industriali dedicati alla produzione di tessuti ed abiti di qualità.

[4] Per maggiori dettagli si rimanda la sito della Provincia di Como, sezione economica: https://www.provincia.como.it/.

[5] Per maggiori dettagli si rimanda la sito della Provincia di Lecco, sezione economica: https://www.provincia.lecco.it.

[6] Il prodotto finale, di assoluta eccellenza, ha caratteristiche di delicatezza più pronunciate rispetto ad altri oli del Sud Italia che, in virtù del terreno e del clima, risultano più amari e piccanti. Per maggiori informazioni si rimanda a http://www.resegoneonline.it/articoli/sul-lario-per-lolio-dop-piu-nordico-deuropa-20170718/.

[7] Il meso-clima alpino che caratterizza il Lago di Como è contraddistinto da importanti escursioni termiche fra la notte e il giorno. Questa situazione determina un’ottima concentrazione di sostanze aromatiche nella buccia delle uve favorendo la presenza di acidi fissi nella polpa, indispensabili per una buona conservazione del vino.

[8]https://www.legambiente.it/comunicati-stampa/il-bilancio-finale-di-goletta-verde-e-goletta-dei-laghi-2021/.

[9] Per maggiori dettagli su questa azienda si riporta di seguito il link del sito: https://flyingbasket.com/it/chi-siamo-flying-basket-flyingbasket/. 

[10] Per maggiori dettagli su questa azienda si riporta di seguito il link del sito: https://elroyair.com/#about-chaparral.

[11] In Africa, ad esempio, considerata anche la vastità del territorio e le precarie vie di comunicazione, i droni vengono già utilizzati da diverse onlus per consegnare medicinali nei villaggi più isolati.

[12] Proprio per ridurre il peso dell’eventuale pilota e, dunque, aumentare le persone trasportabili, la già citata azienda statunitense Elroy Air sta progettando droni a guida autonoma.

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