Lunedì 18 maggio 2022 si è tenuto un un incontro virtuale organizzato da EXSSA, dal titolo “La cooperazione internazionale, risposta o metodo di azione per una nuova geopolitica”, dove sono state trattate tematiche importanti ed attuali. Nel dettaglio, l’interazione tra la Cooperazione allo Sviluppo e la geopolitica dell’acqua, materia sempre più al centro dei grandi dossier internazionali, è stata affrontata nell’evento.
AB AQUA ha presentato due riflessioni su quanto il cosiddetto “oro blu” sia, già oggi, essenziale nelle dinamiche tra popoli, Stati ed organizzazioni internazionali. In primo luogo, come caso di studio abbiamo portato l’esempio dell’attuale conflitto in Ucraina. Esso è stato favorito, tra le altre cose, da tensioni idro-strategiche tra Kiev e Mosca per ciò che concerne l’approvvigionamento d’acqua per la Crimea, de facto territorio russo dal 2014. A partire da quell’anno, in seguito alla costruzione nell’oblast di Kherson di una diga da parte delle autorità ucraine come rappresaglia all’annessione moscovita, la Crimea è stata vittima di continue crisi idriche. Per avere un’idea di ciò, si pensi che nel 2013, ovvero un anno prima delle tensioni che portarono al passaggio della penisola crimeana in mano russa, gli ettari destinati a coltivazioni agricole in Crimea erano 130.000. Nel 2017, una volta entrata in funzione la diga ucraina che ha bloccato il passaggio dell’acqua verso valle, solo 13.000-14.000 ettari di terreno erano destinati alla produzione di derrate alimentari.
Uno studio del 2015 ha rilevato che il North Crimean Canal, essenziale infrastruttura per l’approvvigionamento idrico della penisola, forniva l’85% dell’acqua alla Crimea prima della sua chiusura nel 2014 in seguito alla costruzione della diga. Di quell’acqua, il 72% era destinato all’agricoltura, il 10% all’industria, mentre l’acqua potabile e altri usi pubblici costituivano il 18%. Per scongiurare ulteriori crisi idriche, poche ore dopo l’invasione del 24 febbraio 2022 le truppe russe distrussero la diga consentendo il passaggio delle indispensabili risorse idriche verso valle. In sostanza, dunque, almeno sul fronte meridionale, le ragioni del conflitto tra Russia ed Ucraina si sono intrecciate con questioni legate all’approvvigionamento del prezioso liquido blu.
La seconda riflessione effettuata da AB AQUA ha avuto ad oggetto la grave crisi idrica che molte nazioni sud-europee, tra cui anche l’Italia, stanno affrontando in queste settimane. Non esistono soluzioni semplici in grado di risolvere in men che non si dica annose questioni come siccità, mancanza di precipitazioni e difficoltà di approvvigionamento idrico. Tuttavia, alla luce dei grossi danni economici e dei gravi disagi che la mancanza d’acqua sta provocando, è essenziale iniziare a pianificare fin da ora le strategie future per contrastare simili crisi. A nostro avviso, una valida alternativa per far fronte alla pericolosa assenza delle precipitazioni e agli ormai frequenti fenomeni siccitosi è la desalinizzazione. Questo antico processo scientifico che trasforma in fresh water l’acqua del mare è già ampiamente utilizzato in vari Paesi. Per quanto riguarda l’Europa, si è fatto riferimento al caso della Spagna, che già dalla metà degli anni Sessanta ha prodotto su scala industriale altissimi quantitativi di acqua dolce attraverso numerosi dissalatori sparsi soprattutto negli arcipelaghi e sul litorale sud-orientale. Secondo i dati più aggiornati a disposizione di AEDyR – Asociaciòn Española de Desalaciòn y Reutilizaciòn – il Paese iberico attualmente produce circa 5.000.000 di m³/giorno di acqua dissalata per approvvigionamento, irrigazione e uso industriale. Questi numeri fanno di Madrid il primo Paese in Europa per quanto riguarda la produzione di risorse idriche dal mare e il quarto a livello mondiale.
L’Italia, che negli ultimi 10 anni ha affrontato ben 3 crisi idriche, dovrebbe iniziare a prendere in considerazione un maggiore impiego dei dissalatori per far fronte a preoccupanti casi di siccità. Continuare ad usare in maniera massiccia i tradizionali mezzi di approvvigionamento idrico, che sono in gran parte incentrati sullo sfruttamento delle falde acquifere, può costituire un rischio. I depositi di acqua sotterranea, infatti, non sono infiniti e, soprattutto in caso di mancanza di precipitazioni, vanno incontro a fenomeni di abbassamento. Sostanzialmente, se non piove le falde acquifere non si rimpinguano del prezioso liquido che cade dal cielo e che giunge sottoterra. Dunque, la desalinizzazione potrebbe costituire una valida alternativa per non intaccare eccessivamente le nostre falde acquifere, in sofferenza dopo mesi e mesi di siccità, e per continuare ad avere una soddisfacente produzione agricola. Uno dei principali effetti della mancanza d’acqua, infatti, è l’abbattimento della produzione di derrate alimentari, sia a livello qualitativo che quantitativo.
AB AQUA ha partecipato alla conversazione telematica insieme a personalità di spicco dello scenario nazionale:
- Maurizio Carrara, Presidente onorario della fondazione Cesvi Onlus.
- Stefano Glinianski, Magistrato della Corte dei conti, Segretario Generale della Commissione Garanzia Sciopero, Direttore dell’Organismo Indipendente di Valutazione della Farnesina, dell’Agenzia della Cooperazione allo Sviluppo e dell’Agenzia ICE.
- Luca Maestripieri, Direttore dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
- Antonella Simone, Moderatrice dell’incontro, analista finanziario, responsabile area gestione rischio di credito di EXSSA.
- Filippo Verre, Fondatore e Direttore scientifico di AB AQUA – Centro Studi Idorstrategici.
Il seminario è disponibile ai seguenti link di Spotify e YouTube (l’intervento di AB AQUA inizia al minuto 1:08:10).