L’anno corrente, il 2022, verrà tristemente ricordato come uno degli anni più caldi ed aridi di sempre. Insolite ondate di calore, intense alluvioni, drastiche riduzioni di precipitazioni, un conseguente e preoccupante abbassamento del livello di fiumi e laghi, razionamenti di risorse idriche, in diverse località, hanno reso evidente l’emergenza, così come le drammatiche conseguenze, dei cambiamenti climatici.
Il report dalle Nazioni Unite, Drought in Numbers, 2022, pubblicato l’11 maggio, in corrispondenza della Giornata della siccità, riporta dei dati sconcertanti: dal 2000 i fenomeni di siccità sono aumentati del 29%, causando il 50% dei disastri a livello globale. Nel 2022 più di 2,3 miliardi di persone affrontano problemi legati a grave carenza di acqua; quasi 160 milioni di bambini sono vittime della siccità grave e prolungata. Il rapporto stima che entro il 2030, circa 700 milioni di persone rischiano di essere sfollate a causa della penuria d’acqua. Entro il 2050, la siccità colpirà potenzialmente più di tre quarti della popolazione mondiale e la stima prevede che 4,8-5,7 miliardi di persone vivranno in aree con scarse quantità di risorse idriche per almeno un mese all’anno, rispetto ai 3,6 miliardi di oggi.
Mai come quest’anno, quindi, il valore e l’indispensabilità dell’acqua sono emerse con tanta evidenza. Non a caso l’acqua viene accostata all’espressione “oro blu”, indice di una risorsa non infinita, ma presente in maniera limitata sulla superficie terrestre. Per tale motivo, è essenziale non sottostimare la disponibilità e la fruibilità di questo bene comune. Al contrario, è indispensabile prevedere un’attività di preservazione su cui investire in termini di attenzione mediatica, sociale, politica ed economica.
È in quest’ottica che le Nazioni Unite promuovono ogni anno una Conferenza internazionale affinché gli Stati partecipanti discutano strategie comuni con la finalità di ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici.
Dal 6 al 18 novembre 2022 a Sharm El-Sheikh, in Egitto, sarà ospitata la ventisettesima Conferenza delle Parti (COP 27) sui cambiamenti climatici nell’ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC).
Uno dei temi chiave della Conferenza sarà, appunto, l’acqua. Durante i lavori, verrà analizzata l’iniziativa AWARE, Action for Water Adaptation and Resilience. Il focus del progetto prevede l’adozione di misure volte a incoraggiare una cooperazione inclusiva per considerare l’acqua quale soluzione all’adattamento e alla resilienza ai cambiamenti climatici. I principali obiettivi proposti sono la riduzione delle perdite idriche, il miglioramento delle politiche e della cooperazione riferite all’acqua e la promozione dei collegamenti tra l’acqua e le azioni per il clima. Il punto di partenza dell’iniziativa sarà proprio il territorio africano, quale ambiente vulnerabile e suscettibile ai cambiamenti climatici e alla siccità.
La sede della COP 27 torna, per l’appunto, in Africa. Il continente si è da sempre mostrato altamente sensibile alla discussione sui cambiamenti climatici, soprattutto alla luce della questione di (in)giustizia climatica che rende i Paesi africani le maggiori vittime di catastrofi ambientali. Si parla di Stati in via di sviluppo, cioè di attori che contribuiscono all’inquinamento globale solamente per il 4%. Per citare un dato esplicativo, ogni anno 55 milioni di persone in tutto il mondo sono colpite dalla siccità. Di queste, la maggior parte si trova nel continente africano.
Il 29 agosto si è aperta a Libreville, in Gabon, l’Africa Climate Week, in occasione della quale si sono riuniti i ministri di tutto il continente per discutere delle minacce e delle opportunità legate al cambiamento climatico. Un’opportunità che ha permesso di individuare le priorità dell’Africa per ridurre le emissioni, accedere a finanziamenti adeguati e affrontare il tema delle perdite e dei danni. In alternativa, si è sottolineato il vasto potenziale dell’energia solare, eolica, idroelettrica e geotermica, come punti di svolta per la transizione ecologica. Infine, un enorme contributo potrà essere fornito dal ripristino degli ecosistemi in Africa per la produzione alimentare e la conservazione dell’acqua.
Le premesse per un’inversione di marcia generale verso una reale agenda di decisioni concrete e collettive sono state fissate. Il tema dell’acqua si annuncia una questione cruciale sul tavolo dei lavori. La speranza è che non venga troppo offuscata, accantonata o posticipata dall’innegabile urgenza energetica, sollevata dal conflitto russo-ucraino.